18 Nov La Banda Bassotti
Ricordo con lucidità, come fosse oggi, quanta paura avessi del buio e quanta poca consapevolezza ne avesse mia mamma. Metterci a letto era una faccenda da sbrigare velocemente e senza indugio. Finalmente, messe a dormire le bambine poteva godere di un benefico momento di riposo e distrazione davanti alla televisione. Arrivava a sera sempre molto stanca ed innervosita dall’aver svolto quel lavoro assai poco gratificante di casalinga e madre.
Nonostante capissi che sarebbe stato controproducente insistere perchè si fermasse in camera con noi, ogni sera cercavo di trattenerla, mentre mia sorella già si appisolava.
“Basta! E’ora di dormire! Sei proprio una peste!”.
Quanto a me, ero la prima a non apprezzare la mia natura “pestifera” che mi rendeva inquieta e poco incline a lasciarmi andare serenamente a Morfeo.
Temevo il sonno perchè mi portava brutti sogni. Temevo lo stare sveglia perchè ero convinta che i ceffi che sognavo potessero materializzarsi, passando dalla mia mente alla mia stanza.
Rimasta sola iniziavo le manovre difensive. Preso tra le braccia il mio orsacchiotto e un topolino della mia notevole collezione, mi infilavo sotto le coperte fino ad arrivare in fondo al letto. Accesa la lucina che mi ero saggiamente procurata, iniziavo a leggere il mio fumetto. Immersa nella lettura e nelle avventure dei miei personaggi preferiti, dopo un pò mi addormentavo.
Nonostante gli egregi sforzi che facevo per conquistamri il sonno, questo veniva bruscamente interrotto da incubi ricorrenti. Ne ricordo uno che mi veniva a visitare con fastidiosa regolarità, complice la lettura delle avventure di Paperon de Paperoni e della sua amata Numero Uno!
Camminavo di notte lungo un alto muro. Il paesaggio era deserto, salvo qualche lampione che illuminava fiocamente il mio procedere. Improvvisamente dall’alto del muro spuntava la temuta Banda Bassotti. Alzando lo sguardo, vedevo il loro ghigno satanico. In un attimo balzavano giù e mi afferravano.
Naturalmente, anni dopo mi resi conto che quelle fantasie di bambina, apparentemente ridicole, nascondevano tutta l’angoscia che la notte mi procurava, ma anche buona parte della mia vita di allora.
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