Recenti sviluppi scientifici hanno permesso di risolvere l’antica contrapposizione tra mente e corpo, biologia e psiche, in favore della moderna concezione di un’interrelazione tra l’organico e l’emotivo.
Il neuroscienziato Erik Kandell (1979) ha scritto, sul New England Journal of Medicine, una delle più prestigiose riviste di medicina:
Quello che concepiamo come la nostra mente è un’espressione del funzionamento del nostro cervello
D’altra parte, sia la medicina che la psichiatria medica, un tempo esclusivamente dedicate a diagnosi, prognosi e terapia, hanno progressivamente posto attenzione alla compente emotivo-affettivo della malattia.
Inoltre, la scoperta di un complesso sistema nervoso enterico ha attribuito al nostro intestino e al suo microbiota il ruolo di un “secondo cervello”, capace di regolare la neuroinfiammazione.
Stili di vita, alimentazione sana, movimento, probiotici ed integratori sono diventati aspetti imprescindibili di una medicina e psichiatria che ha a cuore la persona nel suo complesso.
Questo cambiamento del paradigma scientifico relativo a “salute e malattia” ha portato allo sviluppo del concetto di biohaking che mira a coniugare scienza, tecnologia e studio degli stili di vita per ottimizzare il nostro patrimonio biologico e rallentarne l’invecchiamento.
La mia scelta di studiare medicina è nata dalla convinzione profonda che
L’Io è innanzitutto un’entità corporea
come scriveva Sigmund Freud (1928), il padre della Psicoanalisi: anche se ci occupiamo di disagio emotivo non possiamo prescindere dalla nostra natura biologica.
Dopo gli studi di Medicina, mi sono specializzata in Psicologia Clinica, specialità equiparata alla Psichiatria, ma integrata con lo studio della Psicoterapia. Infine, ho concluso la mia formazione di base con il training psicoanalitico presso la Società Psicoanalitica Italiana, consapevole che il dolore mentale è spesso scatenato da conflitti inconsci e traumi infantili.